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IL CUORE VERDE D’EUROPA – SLOVENIA

Per le vacanze in moto di fine estate indirizziamo le nostre attenzioni verso la Slovenia, definita il “cuore verde d’Europa”. Dieci giorni per compiere il giro completo del Paese, alla scoperta delle sue caratteristiche, dei luoghi meno conosciuti, delle strade più belle e delle sue peculiarità enogastronomiche.

Raggiungiamo il porto di Ancona e da qui ci imbarchiamo per Spalato su un comodo traghetto che, in una notte, raggiunge le sponde croate. Appena sbarcati, di primo mattino, nella storica città di Split, facciamo un’abbondante e gustosa colazione in un’elegante caffetteria e subito dopo ci dirigiamo verso la nostra prima meta: i Laghi di Plitvice, dichiarati Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Lungo il tragitto salta subito all’occhio una caratteristica, che troveremo identica anche in Slovenia: la qualità del fondo stradale.

Praticamente perfetto, senza buche né rattoppi nell’asfalto. Le strade scorrono piacevoli tra boschi e campagne e, nel primo pomeriggio, arriviamo finalmente nel parco di Plitvice. Pur essendosi sviluppata parecchio negli ultimi anni, l’area ha mantenuto il suo piacevole aspetto da paese di montagna. Purtroppo, però, la zona non è proprio a buon mercato e fatichiamo a trovare un albergo dove fermarci per la notte. Anche a metà settembre, lontano dal caos di agosto, il turismo a Plitvice non sembra conoscere crisi.

Ci incamminiamo lungo i sentieri che costeggiano i laghi, tenuti perfettamente, per una panoramica escursione, al termine della quale godiamo di uno splendido tramonto. Calato il sole, però, l’aria diventa pungente e ci ritiriamo volentieri nel nostro albergo per riposarci. Al mattino seguente partiamo di buon’ora e, sempre percorrendo strade in ottimo stato, raggiungiamo la Slovenia entrando nel poco conosciuto ma bellissimo Parco naturale di Žumberak-Samoborsko. Qui procediamo su strade strette, dove due auto farebbero fatica a passare contemporaneamente, e ci inerpichiamo tra bellissimi boschi, in totale solitudine. Dopo due ore di stretti tornanti usciamo dal parco nei pressi del caratteristico borgo di Kostanjevica na Krki.

Situato su un isolotto e collegato alla terra ferma tramite due ponti di legno, è circondato dalla flora rigogliosa tipica dei bacini lacustri. Ci concediamo un gelato e una passeggiata per sgranchirci le gambe, quindi torniamo in sella alle nostre moto. La prossima tappa sarà la città di Ptuj, famosa per il suo castello e per il centro storico dai caratteristici tetti rossi. Situata sull’argine sinistro della Drava, fiume che incontreremo frequentemente lungo il nostro tragitto, Ptuj è una cittadina molto affascinante che merita sicuramente una visita. Il castello, che sovrasta le case dall’alto di una collina, è oggi sede di un museo, nel cui cortile si organizzano anche concerti di musica dal vivo. Passeggiando nelle suggestive vie del paese, immersi in una piacevole rilassatezza, godiamo di magnifici scorci.

Nel pomeriggio puntiamo le ruote in direzione di Radenci, all’estremo orientale del Paese. Percorrendo strade secondarie, perfettamente mantenute e pulite, attraversiamo colline votate alla coltura dei vigneti. Qui, tra splendidi filari, in un paesaggio che ricorda molto le nostre Prealpi, è possibile fermarsi a degustare gli ottimi vini prodotti nelle numerose cantine e abbinarli all’enorme varietà di formaggi acquistabili nei piccoli chioschi lungo le strade. Si trovano in abbondanza anche frutta e miele di ottima qualità, e quindi, ben presto, questo tragitto si trasforma in un piacevole tour enogastronomico.

La strada si snoda tra i prati di Logarska Dolina

Continuiamo a viaggiare lungo le colline in direzione Maribor, che superiamo senza fermarci, visto il traffico che incontriamo, e proseguiamo lungo la Statale 1 che costeggia la Drava. Lo scenario si rivela subito un autentico spettacolo. La luce del tramonto, insieme a una leggera nebbia che comincia a sollevarsi dalla campagna, dona una particolare atmosfera all’ambiente, mentre costeggiamo il fiume che scorre, circondati dall’intenso verde delle montagne.

Ci fermiamo a dormire in un piccolo albergo al confine con l’Austria, pronti per affrontare, il mattino seguente, la meraviglia delle Alpi Slovene. Da Dravograd lasciamo la Statale 1 per prendere prima la 112 e poi, all’altezza di Poljana, la 425 che ci conduce, dopo circa due ore di piacevole guida, nella regione di Velika Planina. Qui, sull’altopiano, abbandoniamo più volte la statale per avventurarci nelle strade sterrate, sempre perfettamente mantenute, che si inerpicano nei boschi per svariati chilometri, fino a raggiungere isolati villaggi di pastori. In queste strade è facile incontrare appassionati di mountain bike o di jogging, sempre disponibili a indicare, in un perfetto inglese, quale bivio prendere per non perdersi nel dedalo di sentieri e carrarecce. E così, girovagando tra boschi, vallate e piccoli paeselli, arriviamo al Parco nazionale di Logarska Dolina.

I caratteristici fienili nei pressi del Lago di Bohinj.

Il parco ha un ingresso a pagamento (pochi euro ben spesi) e, appena entrati, la strada si snoda in una bellissima vallata che piano piano si restringe fino a diventare un sentiero da trekking. Vale la pena parcheggiare la moto e fare una piacevole escursione, della durata di circa mezz’ora, per ammirare la bellissima cascata che dà il nome al parco. Lungo la strada incontriamo anche eleganti alberghi con SPA e ristorante, dal costo forse esagerato. Per la notte preferiamo quindi uscire dal parco e alloggiare in un piccolo albergo, adibito anche a museo, dedicato alla storia di questi luoghi. A conduzione familiare, si rivela un’ottima struttura, sia perché possiamo dormire piacevolmente rilassati dal suono della vicina cascata, sia per la gustosa cena a base di formaggi, salumi, funghi e un gulasch cucinato divinamente.

L’indomani, sempre di buon’ora, riprendiamo la strada che ci porta, in un susseguirsi di stretti tornanti, alla vecchia dogana di Sadnikar, entrando, per una manciata di chilometri, in territorio austriaco. Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi ci lascia a bocca aperta. In lontananza possiamo intravedere la vetta del Monte Triglav (o Tricorno, per via del suo aspetto), che dà il nome al parco in cui si trova e che sarà la nostra meta di fine giornata. Intorno a noi ci sono solo boschi, e proseguiamo

immersi nel silenzio e nella totale assenza di traffico. L’unica dettaglio che, leggermente, ci intimorisce sono i frequenti cartelli che riportano di fare attenzione agli orsi.

Giunti a Bled, famosa per il suo lago, decidiamo prudenzialmente di fermarci a dormire fuori città. Bled, divenuta molto turistica negli ultimi anni, è infatti affollata e i costi degli alberghi non sono a buon mercato. Torniamo il mattino seguente per una visita al suo castello medievale. Il tempo non promette nulla di buono ma fortunatamente, fuori dal castello, ci sono diverse bancarelle che vendono poncho antipioggia. Appena fuori Bled ci dirigiamo presso le Gole di Vintgar, dove possiamo ammirare le cascate seguendo un percorso panoramico, per poi risalire sulle moto in direzione del meraviglioso Lago di Bohinj. La strada che porta al lago è una sinfonia di curve, paesaggi degni di cartoline, boschi che riempiono i polmoni di aria silvestre, e il lago stesso è talmente affascinante da sembrare addirittura meglio del più turistico Lago di Bled. Qui si possono incontrare numerosi appassionati di canoa, mountain bike, parapendio, trekking: il luogo ideale per gli appassionati di questi sport. Noi ci rechiamo a visitare l’enorme cascata di Savica, raggiungibile dopo un trekking di circa quaranta minuti. E anche in questo caso la fatica è ripagata dalla bellezza del paesaggio, una vera meraviglia della natura.

Riprendiamo le moto, lasciate al parcheggio del parco e notiamo che anche qui, esattamente come altrove nei parchi, la struttura è custodita e pulita, con personale sorridente in grado di fornire, in perfetto inglese, indicazioni e consigli sui posti da visitare.

Torniamo indietro, ben felici di percorrere nuovamente la 904, la strada che ci ha portato fino a qui, e giunti a Krinca scoviamo il piccolo bivio da cui si dirama la 907 in direzione Kranjska Gora. Si tratta di una sottile lingua di asfalto, in ottime condizioni, talmente stretta da non consentire il passaggio di due macchine affiancate, che si inerpica tra torrenti, cascate e boschi. Per circa trenta chilometri incontriamo pochissime auto e tutte, appena vedono delle moto, accostano per spostarsi e facilitare così il sorpasso, segnale di grande senso civico. A Kranjska Gora dobbiamo fare attenzione per trovare il bivio che porta sotto al Monte Triglav, salendo in direzione del valico di Vršic. E anche questa strada ci riserva grandi emozioni. Il valico si trova a una quota di milleseicento metri e, per raggiungerlo, si devono percorrere venticinque tornanti che hanno la caratteristica di essere selciati con gli originali blocchetti in porfido.

Un itinerario sorprendente, immerso nel verde e nei silenzi, in luoghi dove la natura domina incontrastata e dove il viaggio ricopre un vero ruolo rigenerante.

Lasciando il valico alle nostre spalle ci avviciniamo all’Italia e, purtroppo, fatichiamo non poco a trovare un hotel dove trascorrere la notte. Siamo costretti a rientrare in Italia e finalmente, a Sella Nevea, troviamo ospitalità. Sotto gli impianti da sci sorge un grande albergo di circa centottanta camere, gestito da due gentilissime persone che, capita la nostra difficoltà, ci offrono una stanza tenendo addirittura aperto l’hotel soltanto per noi.

Il Lago di Bled è una delle 3 principali mete turistiche di tutta la Slovenia.

Il mattino seguente, sotto una pioggia battente, affrontiamo nuove strade di montagna in territorio italiano fino a Resiutta, per poi girare a sinistra lungo la provinciale 42 e rientrare in territorio sloveno al valico di Sella Carnizza. La strada che percorriamo è una meraviglia: piccola, stretta e caratterizzata, nell’ultima parte, da strettissimi tornanti, in un bosco rigoglioso. Proseguiamo lungo l’impegnativa discesa che ci porta verso Caporetto e decidiamo di visitare la capitale Ljubljana, dove arriviamo nel primo pomeriggio. Parcheggiate le moto, iniziamo una tranquilla passeggiata per le vie e lungo i ponti della capitale slovena, dove si respira una piacevole aria romantica e distesa. La città è dominata dal castello, raggiungibile tramite una piccola teleferica oppure con una breve passeggiata attraverso il bel parco che lo circonda; il suo centro storico si presenta tranquillo, ricco di locali dove sorseggiare una birra e graziosi ristorantini affacciati sul lungo fiume. In città abbiamo però difficoltà a trovare una sistemazione a prezzi modici: Ljubljana è molto cara rispetto ai piccoli borghi dove abbiamo pernottato finora.

Da Ljubljana, il giorno seguente, raggiungiamo Škofja Loka, un’altra piacevole cittadina da visitare e dalla quale ripartiamo in direzione di Idrija, percorrendo le bellissime stradine che attraversano le Dolomiti Polhograjski. Giunti a Idrija visitiamo le miniere di mercurio, altro sito Patrimonio Unesco dove, rispettando gli orari di ingresso scaglionati, è possibile conoscere, e capire, che cosa possa essere stata la vita nelle miniere per migliaia di uomini. Tornati alla luce del sole, inforchiamo nuovamente le nostre moto e ci dirigiamo verso sud fino ad arrivare, non prima di aver visitato lo splendido castello di Predjama, nei pressi del Lago di Circonio, e più precisamente alla grotta carsica di Križna Jama, che comprende otto laghi sotterranei visitabili con piccoli gommoni, accompagnati da una guida speleologa. La visita completa può prolungarsi fino a cinque ore ma, se si ha poco tempo a disposizione, dopo un’oretta si può tornare nuovamente in superficie. L’indomani, partendo dal castello di Snežnik, ci mettiamo in cammino lungo la stupenda Statale 915, una strada brecciata di sessanta chilometri che attraversa il Patrimonio Unesco delle Foreste primordiali dei faggi e foreste di abeti bianchi. Arriviamo quindi a visitare la curiosa chiesetta fortificata di Hrastovlje, stupefacente non solo dall’esterno. Entrando, infatti, si rimane a bocca aperta ammirando le splendide decorazioni.

Il nostro viaggio in Slovenia sta per finire. Puntiamo verso la costa dell’Istria e, evitando la caotica Capodistria, arriviamo a Porec, dove ammiriamo il complesso episcopale della basilica Eufrasiana, anch’esso Patrimonio Unesco.

Dopo gli splendidi giorni in terra slovena, ci attende ora la meravigliosa costa croata. Circa cinquecento chilometri di altra goduria motociclistica, fino a raggiungere nuovamente Split e infine tornare a casa. Con un nuovo bagaglio di esperienze e ricordi che solo un viaggio in moto riesce a regalare.


L’itinerario

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